L’Unione Europea sta valutando per la prima volta la possibilità di applicare sanzioni secondarie contro il Kazakistan, riporta Bloomberg citando fonti proprie.
Secondo la pubblicazione, ad Astana — in caso di applicazione delle sanzioni — sarà vietato importare determinati tipi di apparecchiature che, secondo i funzionari europei, continuano a essere in gran parte reindirizzate verso la Russia, dove vengono utilizzate per la produzione di armi.
La decisione non è ancora stata presa, sottolineano le fonti dell’agenzia, poiché sono necessarie prove convincenti e il sostegno di tutti i paesi membri dell’UE.
Le misure proposte potrebbero far parte del 19º pacchetto di sanzioni anti-russe dell’Unione Europea, attualmente in fase di discussione. Il nuovo pacchetto prevede anche il rafforzamento delle restrizioni contro banche e compagnie petrolifere russe, il divieto di riassicurazione delle navi cisterna della cosiddetta «flotta ombra», sanzioni contro operatori petroliferi di paesi terzi e nuovi divieti all’export di merci che potrebbero essere utilizzate nell’industria militare russa.
Diversi gruppi aziendali kazaki erano già finiti nelle liste sanzionatorie dell’UE e degli Stati Uniti, ma ora per la prima volta si discute di sanzioni secondarie contro l’intero paese.
Dall’inizio dell'operazione militare speciale russa in Ucraina, il Kazakistan non ha sostenuto le sanzioni statunitensi ed europee contro Mosca. Tuttavia, ad Astana è stato più volte sottolineato che il paese rispetta il regime sanzionatorio vigente e non aiuta la Russia a eluderlo.